Chiesa SS. Annunziata

Non esistono notizie e documenti storici circa la data della posa della prima pietra della chiesa dell’Annunziata, ma la data del primo Gennaio 1386 della stesura dell’atto ufficiale di formazione della Confraternita dell’Annunziata, ad opera di sette confratelli della “fraterna dei flagellati”, può essere ritenuta come l’inizio del cantiere per la costruzione della chiesa dell’Annunziata. I sette confratelli erano espressione in Venafro di un movimento laicale che si poneva in alternativa all’organizzazione gerarchica dello stato feudale e della struttura trionfalistica della chiesa ufficiale, proponendo il recupero dei valori fondamentali dell’umanità ed una lotta spietata all’arricchimento individuale a danno degli sfruttati.
Quindi può essere riferita al 1386 l’anno della erezione a lode di Dio e della Beata Vergine e di tutti i Santi, una chiesa dedicata alla benedetta Annunziata nella città di Venafro.

La chiesa nella sua prima edificazione nel 1386 si riconosce nella sagoma sul prospetto attuale, in quanto, di dimensioni più ridotte, si presentava con un prospetto molto semplificato nella tipologia di copertura a due falde che si rivelava in facciata.
Il campanile complanare alla facciata presentava l’ingresso direttamente dall’esterno e con il piano della campana di poco più alto del colmo della copertura di allora. È molto evidente sulla facciata attuale l’uso, che nella prima fase della costruzione della chiesta, è stato fatto di pietre già lavorate provenienti dai vicini reperti di epoca romana.

La facciata presenta ancora il portale dell’ingresso del precedente campanile. Particolarmente interessante doveva essere il rosone, probabilmente realizzato a traforo di pietra. Gli elementi figurativi del portale che probabilmente furono realizzati in opera successiva, possono essere riconosciuti nell’abile rimontaggio del portale barocco, ove l’impiego di materiali diversi dall’originaria pietra di San Nazzaro i pezzi più antichi.

A partire dal XVII secono importanti rifacimenti interessavano la chiesa e il contesto urbano.

L’elevazione dell’attuale facciata con coronamento a cornicione che tanto aveva caratterizzato l’architettura del Buontalenti, e l’arretramento del campanile con il notevole ampliamento in altezza e il prolungamento nelle dimensioni attuali della navata.
Lo spazio interno e geometricamente segnato dagli episodi plastici degli altari marmorei e dai cibori, e animato coloristicamente da decorazioni pittoriche.

Un’antica stampa del Pacichelli della fine del XVII secolo ci conferma inoltre che a quell’epoca il campanile e la cupola erano stati già realizzati nella odierna posizione.

Certamente nel paesaggio urbano di Venafro la cupola è la parte architettonica più interessante.

Il tamburo è rimasto da coppie di paraste con capitelli ionici e ghirlande che vedono rafforzata la loro funzione portante nella curvatura della cupola.
Otto finestroni danno leggerezza ad un tamburo che eleva nel paesaggio urbano la cupola della chiesa.

La cupola trasferisce sotto il lanternino le terminazioni di otto nervature a due spessori che rendono elegante lo sviluppo della calotta.

La lanterna sicuramente, subendo l’influsso dell’architettura barocca romana, con otto volute, va a concudere sotto il cupolino la struttura della cupola.

Le uniche notizie che ci sono pervenute relative ai lavori di succature e decorazioni varie, risalgono al 1759 quando gli stuccatori milanesi Carlo Terzini e Domenico Decorenzi e il pittore Sperduto, lavorarono su incarico della confraternita dell’Annunziata al completamento degli affreschi decorativi dell’interno.

Certamente nel paesaggio urbano di Venafro la cupola è la parte architettonica più interessante.

Il tamburo è rimasto da coppie di paraste con capitelli ionici e ghirlande che vedono rafforzata la loro funzione portante nella curvatura della cupola.
Otto finestroni danno leggerezza ad un tamburo che eleva nel paesaggio urbano la cupola della chiesa.

La cupola trasferisce sotto il lanternino le terminazioni di otto nervature a due spessori che rendono elegante lo sviluppo della calotta.

La lanterna sicuramente, subendo l’influsso dell’architettura barocca romana, con otto volute, va a concudere sotto il cupolino la struttura della cupola.

Le uniche notizie che ci sono pervenute relative ai lavori di succature e decorazioni varie, risalgono al 1759 quando gli stuccatori milanesi Carlo Terzini e Domenico Decorenzi e il pittore Sperduto, lavorarono su incarico della confraternita dell’Annunziata al completamento degli affreschi decorativi dell’interno.

La parte del coro preesisteva all’intervento, tanto è vero che era previsto il suo “sbassamento” che però non fu effettuato.

I muri laterali furono rigatti sino alla soffitta e affidati ai maestri costruttori G. Santoro e F. Bove. Dopo questi interventi si conclude l’impianto rettangolare con gli spigoli arrotondati e con tre cappelle per lato che individuano i pilastri portanti della struttura. L’ampia volta ribassata dell’aula, raccordata agli spigoli curvi dell’impianto, delimita spazialmente la parte superiore accogliendo gli stucchi e il grande affresco centrale con la Madonna Assunta in Cielo.

L’organo della chiesa fu realizzato nel 1784 dal Maestro organaro Nicola Abbate ed è uno strumento unico in Europa in quanto non trasformato dalla riforma Bachiana della scala dei toni.

Tra i capolavori d’arte conservati nella chiesa dell’Annunziata, grande importanza assumono le opere di Giacinto Diano, realizzate intorno al 1771.